14/06/13

Roma ai lov iu

 

Dopo aver visto "La grande bellezza"come non rinnamorarsi di Roma e di Toni?

"Se Paolo Sorrentino fosse stato un regista greco avrebbe pensato ad un film su Atene. Paolo ha scelto di ambientare il suo film nella Roma di oggi, simbolo dell’attuale crisi dell’Occidente, una città con una complessa storia millenaria. Si avverte la potenza affascinante ed inquietante delle rovine e del passato, di un’intera civiltà raccontata sul precipizio di un burrone; Roma è descritta spesso con tinte surreali, più barocca del barocco stesso che esprime, un luogo bellissimo, di una bellezza che ferisce e può uccidere. “La grande bellezza” raccoglie interrogativi, angosce, perplessità, paure e sgomento del presente, calando il mio e gli altri personaggi nell’atmosfera sopra le righe di vari ambienti artistico-modaioli ma anche delle bellezze architettoniche romane. La politica è stata volutamente evitata, forse perché ne avevamo parlato a sufficienza ne “Il divo”. È una Roma molto “sorrentiniana”, con momenti di schietta e lucida osservazione della realtà. Penso ad esempio alla felicità del racconto di certe lunghe scene di conversazione sulle terrazze d’estate. È una Roma polimorfa raccontata attraverso toni ed ambienti diversi. Una città che può essere surreale e barocca ma che viene descritta lucidamente così come è e come la cronaca la restituisce attraverso l’occhio particolare del regista che la racconta". T.S

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