14/10/13

Erano anni felici ma non lo sapevamo



"Un diario affettuoso sugli anni Settanta, la dolce estate di una famiglia romana, le poche asprezze di anni inconsapevolmente felici. Daniele Luchetti si racconta, sua perfino la voce narrante ("avevo provato a farla fare a Sergio Castellitto, poi al bambino che mi interpreta nel film, alla fine mi sono esposto in prima persona") in Anni felici senza pudore e con molta ironia. A partire dal titolo. Il suo se stesso ragazzino è il testimone involontario dell'amore per niente sereno di una coppia eterogenea: litigi, confessioni, sesso, fumate, strilli, tradimenti, tutto consumato davanti ai suoi occhi bambini, per i quali l'unico riparo è il filtro cinematografico di una Super 8. La coppia nel film, lui scultore monolitico, sostenitore dell'arte trasgressiva eppure ben incardinato nella famiglia calda e borghese di commercianti di lei, moglie tradizionale destinata a scoprire il femminismo e la libertà dei sentimenti. Sono Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, presenze preziose nel film che arriva in sala il 3 ottobre, dopo essere stato ben accolto al Festival di Toronto".  
Di Arianna Finos 
(Leggi l'articolo su: http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2013/09/27/news/anni_felici-67402170/#gallery-slider=67376477)

14/06/13

Roma ai lov iu

 

Dopo aver visto "La grande bellezza"come non rinnamorarsi di Roma e di Toni?

"Se Paolo Sorrentino fosse stato un regista greco avrebbe pensato ad un film su Atene. Paolo ha scelto di ambientare il suo film nella Roma di oggi, simbolo dell’attuale crisi dell’Occidente, una città con una complessa storia millenaria. Si avverte la potenza affascinante ed inquietante delle rovine e del passato, di un’intera civiltà raccontata sul precipizio di un burrone; Roma è descritta spesso con tinte surreali, più barocca del barocco stesso che esprime, un luogo bellissimo, di una bellezza che ferisce e può uccidere. “La grande bellezza” raccoglie interrogativi, angosce, perplessità, paure e sgomento del presente, calando il mio e gli altri personaggi nell’atmosfera sopra le righe di vari ambienti artistico-modaioli ma anche delle bellezze architettoniche romane. La politica è stata volutamente evitata, forse perché ne avevamo parlato a sufficienza ne “Il divo”. È una Roma molto “sorrentiniana”, con momenti di schietta e lucida osservazione della realtà. Penso ad esempio alla felicità del racconto di certe lunghe scene di conversazione sulle terrazze d’estate. È una Roma polimorfa raccontata attraverso toni ed ambienti diversi. Una città che può essere surreale e barocca ma che viene descritta lucidamente così come è e come la cronaca la restituisce attraverso l’occhio particolare del regista che la racconta". T.S

08/03/13

Brandelli d'inverno




Oggi stavo pensando che l'inverno è quasi finito e quest'anno non ho fatto nemmeno un pupazzo di neve.
Una volta era OBBLIGATORIO creare uno di quei buffi e precari omini. Da piccoli infatti non era inverno né Natale se non nevicava, vi ricordate? Ora ci accontentiamo di una spruzzatina di neve il 25 dicembre e guai se osa nevicare durante la settimana lavorativa, partono lamentele e piagnistei di ogni sorta sulla difficoltà degli spostamenti.
Questo inverno lo chiudo così (perché voglio chiuderlo) con un'immagine di mio fratello ed io nel nostro cortiletto di casa. Dietro la fotocamera mio padre, mentre mia mamma era sicuramente affacciata al balcone che ci esortava a salire per scaldarci un pochino.
Ciao inverno!

bat